LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Cristian Santini
|
|||
Goccia tardiva trascurata sentinella scintilla sulla soglia d’oscillazioni di là d’orme impetrate
senza cardine a voltolare
stilla dal fuso di stalattiti mammelle del ghiaccio e luce fu un’altra volta inconclusa eretta uno specchio convesso una cerva tombolare nel pozzo - surge s’urge a martellate atterrate sulle labbra scoscese d’una madre l’itterica daga d’esto sano destrombellicato lo scarto alla culla sicco ché llenta sfonda la macchina finch’aggrinchiata torno lo stecco d’una megera svignarsela rentro il cavo della polvere, nemmanco l’amovenza me sorride.
Eco materia rattiene e sfiuta alla zampata leprina che eride l’infantil fatale e fe’ tamburo delle mie terga la mia tribù, flessa come una chiocciola rinterrizzita da ferrosi vapori d’eoni nei campi - guercia fonia questa gramigna strugliafossa intr’ossa dis-corde soppesata dal vento - a specchio del rosso vescicolare ascesso d’un tramonto ho modellato come un memoriale di scivolosa argilla la nostra ascesi eppur ‘sì ripida ‘sì zoppa nella cornice della gola.
|
|